venerdì 30 novembre 2012

Che cos'è davvero un giardino?



Cosa si intende per giardino? E quando comparvero i primi giardini?
Il termine francese jardin, da cui deriva la parola “giardino”, indica un terreno nel quale l'uomo, isolato dal resto del territorio, svolge una serie di attività a contatto con la natura quali ad esempio riposo, passeggiata, svago, gioco e/o coltivazione di piante.
All’idea di giardino, come collegamento verso l’esterno dell’edificio umano, è legato anche il carattere estetico, grazie soprattutto alla scelta delle specie vegetali e alla distribuzione delle colture, secondo un disegno iniziale architettonico o progettistico che segua l'idea del “bello”.



Per una corretta comprensione dei giardini non si possono trascurare alcuni importanti significati simbolici che ogni civiltà, occidentale e orientale, ha attribuito al giardino. Le piante infatti rappresentavano spesso delle Divinità, o virtù, aspirazioni e sentimenti umani. Ad esempio per i Greci ed i Romani la palma era segno di vittoria; il sicomoro era l’albero caro agli Egizi; l’alloro, albero sacro ad Apollo, ritenuto simbolo di sapienza e gloria; la quercia simbolo del vigore e della forza; inoltre la presenza nei giardini dell’acqua evoca il fluire ed il rinnovarsi della vita.
I giardini più antichi di cui abbiamo testimonianza sono quelli egizi. Fiori,  alberi e laghetti abbellivano edifici religiosi e case private; mentre i giardini più famosi della storia furono sicuramente quelli pensili di Babilonia. In questi giardini venivano coltivate molte piante, alcune apprezzate per la loro bellezza, altre invece utili per la medicina o la magia. Erano luoghi  ideali di perfezione, adatti alla meditazione e al riposo.
In Grecia, il giardino, come luogo di delizie collegato ai fabbricati, apparve molto più tardi rispetto a quelli egizi e babilonesi. Mentre i Romani abbellirono le ville patrizie con giardini (horti) con specie quali bosso, mirto, cipresso e leccio insieme agli alberi da frutta ed i fiori.
Nel Medioevo i giardini erano deli­mitati da un muro di cinta, che racchiudevano uno spazio dove la natura ritrova l'originaria bellezza della creazione.
Nel Rinascimento il giardino viene strutturato per trattenere la sua bellezza nel corso di tutte e quattro le stagioni, dato che i suoi elementi principali sono gli alberi sempreverdi, le siepi potate ad arte, e le opere in muratura. Da un punto di vista strettamente botanico le specie predominanti sono le specie sempreverdi con fogliame fitto e compatto come alloro e bosso più adatte a creare siepi e bordure con forma geometrica rigida, mentre l’elemento arboreo, che assume grande valore, è costituito in prevalenza da lecci, pini e querce.
Il giardino nella cultura araba vuole rappresentare il paradiso, pieno di delizie che soddisfano tut­ti e cinque i sensi: la vista con i colori dei fiori e le linee armoniose; l'olfatto con i profumi intensi di ogni stagione; il tatto con la freschezza degli alberi e delle foglie in particolare; il gusto con i frut­ti sempre presenti; l'udito con il mormorio dell'acqua (che da anche il senso dello spazio).

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