lunedì 14 gennaio 2013

L'Ailanthus a Villa Borghese...come un baccalà


Nome specifico: Ailanthus altissima
Nome comune: Ailanto, Albero del Paradiso
Famiglia: Simaroubacee
Origine: specie esotica

L’Ailanto è un albero di medie dimensioni che raggiunge altezze di 17-27m e che vive molto poco, fino a 50 anni. Il tronco è diritto, colonnare, i rami sono ascendenti e conferiscono alla chioma una forma a cupola.

Le foglie sono caduche, composte da 6-12 paia di foglioline , con vertice acuto e dentate alla base e sono portate da un breve picciolo. Queste possiedono alla base ghiandole odorose che emanano odore sgradevole quando la foglia viene stropicciata.  Una curiosità: Isa belli Barsali, consigliere di Italia Nostra, grande storica dei giardini e nostra grande maestra, raccontava che in Lucchesia, l'Ailanthus per l'odore particolarmente forte delle sue foglie viene chiamato "il baccalà".
I fiori sono piccoli e rossi prima di schiudersi, poi diventano di colore verdastro. Compaiono in maggio-luglio.

L’Ailanto è un albero nativo della Cina nordoccidentale, dove viene tutt’ora utilizzato nella medicina tradizionale per la sua riconosciuta abilità a curare mali quali la perdita di capelli. Fu introdotto per la prima volta in Inghilterra nel 1751, di lì si è diffuso in tutta l’Europa. Nell’Ottocento si è sviluppanta questa specie in Europa perché veniva utilizzata per l’allevamento di un insetto simile al baco da seta. I risultati non furono incoraggianti e così si abbandonò tale impresa, purtroppo la diffusione di questa pianta era ormai iniziata.
L’Ailanto è una pianta che si è adattata benissimo a vivere sia nei nostri spazi urbani che nei nostri giardini, anche storici, come Villa Borghese, avendo a disposizione radici laterali dalle quali nascono nuovi germogli. Il problema derivante dalla diffusione di questa specie è che entra in conflitto con le specie nostrane che spesso sono meno forti e meno capaci di resistere venendo quindi sopraffatte. 

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