Cari lettori abbiamo notato che siete molto interessati alle specie botaniche presenti a Villa Borghese. Oggi la nostra botanica Dottoressa Desiree Izzi ci spiega le specie invasive.
Dall’inizio del '900 i biologi studiano la presenza di specie invasive (o aliene o alloctone) nella flora italiana autoctona (o locali). Nei suoi spostamenti l’uomo ha sempre portato con sé un gran numero di specie vegetali, sia volontariamente che accidentalmente, modificando l’ambiente in cui si trova ha portato alcune di queste a divenire invasive e a minacciare la biodiversità italiana.
Nel territorio italiano la comparsa di nuove specie è sempre stata accolta con interesse, in quanto molte piante alloctone si sono rilevate utilissime. Al tempo dei Romani, ad esempio, si ebbe un’intensificazione dell’importazione delle specie esotiche che si esprimeva soprattutto nei giardini, dove le piante provenienti dalle coste dell’Africa o dell’Asia venivano usate per abbellire le ville patrizie o a tavola per arricchire i banchetti. Durante il Medioevo invece, alcune essenze esotiche per le loro proprietà officinali, coltivandole in giardini. Questa usanza fu ancora più viva nell’Italia rinascimentale con lo sviluppo di famosi orti botanici e nei guiardini delle dimore storiche come il "Giardino dei Semplici" (piante officinali) ed il "Giardino dei fiori rari" che ancora possiamo ammirare a Villa Borghese.
Negli anni ’50 però, in seguito all’aumento del tasso di immissione di nuove specie, di cambiamenti nell’uso del suolo, per scopi forestali, il fenomeno dell’invasione è divenuta sempre più critica.
Nelle Ville storiche romane spesso si notano essenze alloctone che sono state introdotte dall’uomo recentemente per motivi spesso ornamentali. Alcune di queste piante sono riscontrabili anche a Villa Borghese: Ailanthus altissima, Robinia pseudoacacia, Eucalyptus globosus, Hedera helix.
Tali specie alloctone mettono a rischio la crescita e lo sviluppo ottimale di essenze autoctone e storiche che invece dovrebbero essere privilegiate e non rispettano né la storicità della Villa né l’estetica dei suoi giardini nati per un’idea di paesaggio e di “bello” che dovremmo tentare in ogni modo di preservare senza esitazioni.
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